Sebbene l'innovazione sia una priorità strategica per la maggior parte delle aziende, misurare il ritorno sull'investimento (ROI) nell'innovazione rappresenta ancora una sfida per molte organizzazioni. Secondo lo studio “ROI in Innovation – Benchmark Report 2025”, realizzato da Match IT, con il supporto di ABES, Hotmilk, NR7 e Octua, più della metà delle aziende che monitorano il ROI ottengono un ritorno superiore al 30% in meno di due anni. Tuttavia, il 30% delle aziende non dispone ancora di meccanismi strutturati per misurare questi risultati.
L'indagine ha intervistato dirigenti di vari settori tra febbraio e marzo 2025 e ha indicato che la maturità media delle iniziative di innovazione nel mercato brasiliano è di appena 2,7 su una scala da 1 a 5. Sebbene l'88% degli intervistati affermi di avere team dedicati all'innovazione o alla R&S (ricerca e sviluppo), solo il 27% ha un'area centralizzata per la governance e il monitoraggio dei risultati.
“La gestione del ROI è essenziale per fornire visibilità all’impatto delle iniziative e giustificare gli investimenti. "Contribuisce a rendere tangibili i guadagni in termini numerici e a dimostrare che l'innovazione paga, sia attraverso risparmi diretti, maggiori ricavi o miglioramenti operativi", sottolinea Rose Ramos, fondatrice e CEO di MatchIT.
I dati hanno inoltre rivelato che la principale motivazione all'innovazione nelle aziende è l'aumento dell'efficienza (70%), seguita dallo sviluppo di nuovi prodotti e canali (48%). L'innovazione aperta, ovvero la collaborazione tra startup e istituti di ricerca, è presente nel 43% delle aziende. Tuttavia, solo il 36% ricerca innovazioni trasformative o dirompenti, mentre l'innovazione sociale, focalizzata sulle pratiche ESG e sull'impatto ambientale, è presente solo nel 25% dei casi.
L'indagine ha inoltre evidenziato che il 66% dei dirigenti prevede un ritorno sugli investimenti in innovazione entro due anni. Tra le principali sfide segnalate vi sono la difficoltà di allineare costi-benefici nei progetti a lungo termine (41%), l’assenza di modelli finanziari adeguati per le iniziative innovative (26%) e la resistenza culturale interna, che spinge a ottenere risultati immediati (25%).
Sebbene il 71% delle aziende utilizzi parametri finanziari per valutare l'innovazione, la gestione del ROI è ancora agli inizi: il 52% delle aziende ha iniziato a misurare questo indicatore meno di due anni fa e solo il 5% lo fa da più di cinque anni. Tra le metriche più adottate ci sono il risparmio sui costi e sulle ore lavorate (48%), il ritorno sull'investimento (30%) e indicatori tradizionali come il valore attuale netto (VAN) e il tasso interno di rendimento (TIR) (25%). Un altro punto critico individuato è la mancanza di strumenti tecnologici avanzati per il monitoraggio: più della metà delle aziende (57%) utilizza ancora metodi tradizionali, come fogli di calcolo Excel e presentazioni PowerPoint, per consolidare i dati ROI.
Anche in uno scenario difficile, il 61% delle aziende indica che gli investimenti in innovazione dovrebbero crescere nel 2025, spinti dai progressi tecnologici come AI, 5G e blockchain, oltre che dalla crescente domanda dei consumatori e dallo scenario macroeconomico. “L’innovazione è essenziale per la competitività e la crescita delle aziende. “I progressi tecnologici e la necessità di adattarsi al mercato rendono prioritario l’investimento nell’innovazione”, conclude Rose Ramos.
Il rapporto completo è disponibile per la consultazione a questo indirizzocollegamento.